[:it]Elba 1968, l’inizio di un rally leggendario[:fr]Elba 1968, le début d’un rallye légendaire[:]

[:it]Il 16 e 17 febbraio 1968 si disputa il 1° Rally Isola d’Elba. L’idea di fare un grande rally in un’isola così piccola, famosa fino a quel momento per lo più per esere stata luogo dell’esilio di Napoleone,  fatta di strade dal fondo in macadam per uso militare, la maggior parte delle quali molto strette e non protette dai moderni guard-rail è di Sergio Bettoja, un famoso albergatore con qualche esperienza di pilota conosciuto con lo pseudonimo di “Fantomas”. Il progetto piace a Dado Andreini e con l’aiuto di ACI Livorno organizzano il primo di uno dei rally più belli e famosi d’Europa.

Mannucci nell'insolita veste di pilota con Scabini alle note, sesti assoluti su Lancia Fulvia al primo Rally dell'Isola d'Elba
Mario Mannucci in veste di pilota con Bruno Scabini alle note, classificati sesti assoluti su Lancia Fulvia al primo Rally dell’Isola d’Elba (foto Actualfoto)

Gli spettatori sono persone semplici che si vedono, tutto d’un tratto, “invadere” la loro tranquilla isola da flotte di rombanti e fiammanti vetture e piloti famosi seguiti da meccanici e mezzi di assistenza. Questo evento è inusuale ed affascinante, esaltante. È meglio di una festa popolare, tutti gli elbani si spostano al porto per veder sbarcare le auto da rally e poi si posizionano lungo le strade per assistere ai passaggi in prova prima e in gara poi. L’attesa non è snervante, tutti insieme discutono, cercano di indovinare dal rombo l’auto che arriva ed i nomi dell’equipaggio. Nel frattempo accendono un fuocherello, arrostiscono qualche salsiccia e si scaldano con qualche buon bicchiere di vino.

I piloti, dal canto loro, hanno avuto tempo di percorrere e studiare questo tracciato e sono tutti d’accordo. Questo è un rally infernale, da correre su strade e stradine che i giornalisti non osano definire nemmeno mulattiere, preferiscono chiamarle lucertolaie. Una delle PS porta il nome di Costarella e la si deve percorrere affrontando una strada stretta in discesa, a schiena d’asino su uno strapiombo e senza alcuna protezione.

Per essere la prima edizione, gli organizzatori non hanno scherzato affatto. Il tracciato è talmente duro da distruggere le auto e pezzi di fanali, modanature e quant’altro rimangono disseminati per tutto il percorso. Ecco perché questo rally cattivo, durissimo ed estremamente selettivo, viene subito battezzato come “il Safari italiano”. Sembra impossibile che un’isola di 22 km di lunghezza possa ospitare un rally così duro eppure il percorso si svolge su 1240 km dei quali 600 km sono da fare di notte, suddiviso in 28 prove speciali tutte su sterrato, 44 controlli orari e 28 controlli a timbro. L’obiettivo comune è quello di arrivare al traguardo.

Gli equipaggi iscritti non sono tantissimi. Sono solo una cinquantina attirati, forse più che dal percorso, dai paesaggi panoramici che circondano i campi di gara. Il mare di quel colore blu profondo e le coste disegnate come dipinti, diventano la cornice più romantica ed affascinante di una gara che sarà una delle più belle della specialità. Con un trucchetto escogitato dal Direttore di Gara Dado Andreini, si cerca di dare maggior importanza a questo evento assegnando solo numeri pari ai concorrenti. A colpo d’occhio i partecipanti sembreranno il doppio. In 10 rinunciano alla partenza e alla prima edizione del Rally dell’Isola d’Elba partiranno solo 40 vetture. La prima tappa si corre dalla mezzanotte del giovedì alle 16:00 del venerdì. Il primo a partire, con il n° 2 è Pinto in coppia con Harris su Fulvia HF della Squadra Corse Lancia, prototipo alleggerito che monta un cambio a 4 marce ed un motore da 1401 cc non ancora omologato. Sviluppa 118 cv e raggiunge la velocità massima di 132 km/h a 7200 giri/min. A seguito degli insegnamenti ricevuti dal grave incidente accorso a Lombardini, è stato montato un roll bar a gabbia come protezione dell’equipaggio.

Lo sfortunato equipaggio Pinto e Harris percorrono la temibile PS Costarella su Lancia Fulvia prototipo prima del ritiro a pochi chilometri dal traguardo, erano saldamente al secondo posto in classifica
Lo sfortunato equipaggio Pinto e Harris percorrono la temibile PS Costarella su Lancia Fulvia prototipo prima del ritiro a pochi chilometri dal traguardo, erano saldamente al secondo posto in classifica (foto da Autosprint)

Questa Fulvia non è però alla sua prima gara. La vettura di Pinto, infatti,  ha già corso l’anno prima con Leo Cella al Tour de Corse ed al Critérium de Cévennes. Proprio in Corsica la vettura gemella, guidata da Munari con alle note Lombardini, ha regalato la prima grande vittoria internazionale alla Squadra Corse Lancia vincendo contro ogni pronostico una gara su tracciati misto asfalto e terra davanti ai più quotati francesi. Questa stessa vettura troverà qui all’Elba l’anno prossimo la sua fine perché, usata come muletto, andrà distrutta in un incendio causato dall’incidente di Paganelli.

Già dopo tre ore di gara si contano 8 ritirati. Al termine della prima prova sono rimaste in gara solo 17 auto, 10 delle quali sono Fiat. La Porsche 911S di Taramazzo si ritira all’alba per problemi alle sospensioni dopo una lunga battaglia con Pinto. Lo stesso problema si è presentato anche ad altri concorrenti. Altri ancora, come Panzironi su Lancia Fulvia, sono usciti di strada rischiando ben oltre che danni alla vettura.
Le continue sollecitazioni dovute al fondo sconnesso e alle profonde buche, mettono in evidenza la fragilità della Fulvia di Pinto. Al termine della prima tappa il parabrezza è saltato fuori dalla sua sede a causa della svergolatura della carrozzeria.
Le auto sono quasi tutte talmente malandate che non si tentano nemmeno le riparazioni rinunciando alla partenza per la seconda tappa.

I vincitori del primo rally dell'Isola d'Elba: Arnaldo Cavallari e Dante Salvay su Lancia Fulvia HF
I vincitori del primo rally dell’Isola d’Elba: Arnaldo Cavallari e Dante Salvay su Lancia Fulvia HF (foto Actualfoto)

La Fulvia HF n° 24 del Jolly Club di Cavallari e Salvay subisce un trapianto di carburatori e tromboncini donati dalla Fulvia di Filippi ormai ritirata.
Durante la notte un acquazzone ha reso le stradine dei fiumi di fango. Un ben cominciare per la seconda tappa che parte alle 22:00 del venerdì e dovrebbe finire alle 12:00 del sabato.
I tempi sono stati disattesi e la pausa di 8 ore fra una tappa e l’altra si è praticamente annullata.
Tutti gli equipaggi sopravvissuti alla prima tappa intendono come minimo arrivare alla fine di questo rally diabolico, quindi i tempi di percorrenza si allungano sensibilmente. Senza però poter evitare di mietere altre vittime, alcune a pochi chilometri dal traguardo. Le buche profonde, nascoste dalle pozzanghere, ed il fango che non permette di ritornar in carreggiata in caso di uscita di strada, non lasciano scampo ai più sfortunati. La fragile Fulvia alleggerita di Pinto subisce a rottura del pianale e dei montanti del parabrezza. Esce anche di strada per via del fango, sul Monte Perone, quando è in seconda posizione dietro a Cavallari. Mancano soli 20 km dal traguardo. La compagnia della spinta fa il suo dovere rimettendola in strada, ma terminerà la prova fuori tempo massimo.
Giungono al traguardo solo 10 vetture.

Cavallari e Salvay sono partiti come favoriti. Nonostante corressero per il primo anno sulla Lancia Fulvia provenendo dall’Alfa GTA con cui vinsero moltissimo, dominano questo rally permettendosi di “regalare” 1’20” all’ultimo CO pur di non rischiare. Una gara di 40 ore quasi ininterrotte condotta intelligentemente e vinta con merito.

L'esordiente Amilcare Ballestrieri in coppia con l'amico Daniele Audetto ottengono un importante secondo posto in classifica che porterà l'ex campione di motociclismo alla Lancia
L’esordiente Amilcare Ballestrieri in coppia con l’amico Daniele Audetto ottengono un importante secondo posto in classifica che porterà l’ex campione di motociclismo alla Lancia (foto Actualfoto)

Rivelazione della gara è stato l’equipaggio Ballestrieri-Audetto su Renault R8 Gordini alla loro prima gara insieme e alla prima in assoluto da pilota di rally di Ballestrieri, 5 volte Campione Italiano di motociclismo. Si classificano secondi assoluti e primi gr.1.

Sesto assoluto in classifica anche Mario Mannucci nell’insolita veste di pilota su Lancia Fulvia della scuderia Atkinson.

Assente Sandro Munari ancora convalescente dall’incidente di Skopje. Assenza che ha portato mamma Lancia ad osservare ed ingaggiare Ballestrieri fra i suoi piloti ufficiali.

Classifica finale:
1. Cavallari / Salvay – Lancia Fulvia HF (1° gr.2)
2. Ballestrieri / Audetto – Renault R8 Gordini (1° gr.1)
3. Polli / Tampolli – Fiat 124 berlina
4. Ceccato / Briani – Fiat 124 Spider (1° gr.3)
5. Gray / Eisendle – Fiat 124 Spider
6. Mannucci / Scabini – Lancia Fulvia HF
7. Zaniratti / Bini – BMC Cooper 1.3
8. Gragnoli / Frangioni – Fiat 125 berlina
9. Gargini / Bianchi – Opel Kadett
10. Pupesci / Tramonti – Innocenti Mini 1.3

Pinto ha provato a riscattarsi negli anni successivi senza però mai riuscire a vincere il Rally dell’Isola d’Elba. Nonostante il bruciante epilogo di questa prima edizione e delle successive sfortunate edizioni, Lele si è innamorato di quest’isola e della gente che lo ha accolto fin da subito come uno di loro… ed è venuto a viverci.

Un ricordo di Lele Pinto per Lady Fulvia
Un ricordo di Lele Pinto per Lady Fulvia

A distanza di quasi cinquant’anni, rileggendo questo racconto, Arnaldo Cavallari scherza dicendo: “Io ricordo solo che a quei tempi ero così giovane che “quasi”…non ero ancora nato!!!” e mi ringrazia così: “Cara Francesca, grazie, grazie infinite per la tua sensibilità e capacità di operare e raccontare, soprattutto di fatti avvenuti quando tu ancora non c’eri! Un caloroso abbraccio dal “vecio” (ma ancora presente) Arnaldo”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

ProgettoK ha realizzato il modellino della Fulvia vincitrice dell'Elba 1968 in scala 1/43. Questo esemplare è autografato da Cavallari.
ProgettoK ha realizzato il modellino della Fulvia vincitrice dell’Elba 1968 in scala 1/43. Questo esemplare è autografato da Cavallari.
[:fr]C’est le 16 et 17 février que se disputera le 1er Rallye de l’ Ile d’Elbe ; l’idée de faire un grand rallye dans une île aussi petite, connue jusqu’ alors pour la présence de Napoleon Bonaparte, parcourue de quelques petites routes macadamisées mais à usage militaire, fort étroites et sans rails de sécurité, est de Sergio Bettoja, hôtelier bien connu de la région et pilote à ses heures sous le pseudonyme de « Fantomas ». Le projet plaît à Dado Andreini et avec l’aide de l’ACI (Automobile Club Italien) Livorno ils organisent le 1er rallye de l’Elbe, devenu ensuite parmi les plus beaux et les plus fameux en Europe.

Mannucci nell'insolita veste di pilota con Scabini alle note, sesti assoluti su Lancia Fulvia al primo Rally dell'Isola d'Elba
Mannucci in veste di pilota con Scabini alle note, sesti assoluti su Fulvia al primo Rally dell’Isola d’Elba

Les spectateurs, des gens simples, voient la tranquillité de leur île soudainement ‘envahie’ par de nombreuses et magnifiques autos vrombissantes, des pilotes célèbres suivis de leurs mécanos et toute l’assistance ; cet événement est à la fois inhabituel, fascinant et exaltant. C’est mieux qu’une fête populaire et les habitants de l’Ile se pressent au port pour voir débarquer les autos de course et vont ensuite se poster le long du tracé pour assister aux essais et à la course. L’attente est joyeuse, les spectateurs discutent entre eux, essaient de deviner au bruit quelle est la voiture -et son équipage- qui arrive. Le plaisir du rallye c’est aussi le barbecue, les saucisses grillées et le vin qui suit pour se réchauffer …

Les pilotes, quant à eux, ont eu largement le temps de parcourir et d’étudier le parcours et ils sont unanimes : ce rallye est infernal !!

Ce sont en fait de très petites routes que les journalistes n’osent même pas appeler chemin de muletiers mais plutôt passages de lézards…

Dans une des ES, la Costarella, il faut affronter un chemin en descente très étroit, sans protection, normalement parcouru à dos d’âne !

Pour la 1ère édition, les organisateurs n’ont pas fait dans la dentelle : le tracé est tellement dur que l’on retrouve des pièces un peu partout sur le parcours : phares, éléments de carrosserie…Voilà pourquoi ce rallye, très demandeur et extrêmement sélectif fut vite baptisé ‘le Safari italien ‘ ; il semblait invraisemblable qu’une île de 22km de long puisse accueillir un rallye aussi dur, avec un déroulé total de 1240km dont 600km de nuit, subdivisé en 28 spéciales toutes sur chemins de terre, 44 contrôles horaires et 28 contrôles de passage. Avec l’objectif commun de franchir l’arrivée…..

Les premiers équipages inscrits ne sont pas très nombreux, une cinquantaine, probablement plus attirés par le paysage qui entoure le parc des coureurs que par le parcours. La mer, d’un bleu profond et la côte, dessinée comme si elle était peinte, deviennent un temps la corniche la plus romantique d’une compétition qui deviendra la plus belle de sa spécialité.

Le directeur de course Dado Andreini   trouva l’astuce pour ‘gonfler’ son épreuve : il ne donna que des numéros pairs aux concurrents ; à l’œil, ils semblaient beaucoup plus nombreux !!

A la 1ère édition, 10 équipages renoncèrent à venir sur l’Ile ; ils se retrouvèrent 40 au départ. La 1ère étape se déroulait du jeudi minuit au vendredi 16H. Les 1ers à démarrer sur l’auto N°2 étaient Pinto (I) – Harris (B)  sur une Fulvia HF de la Squadra Corsa Lancia : un prototype allégé, avec une boîte à 4 vitesses, un moteur 1401cc non encore homologué ; puissance de 118 cv, vitesse maxi de 132 km/h à 7200 t/min. Suite au grave accident survenu à Lombardini, un arceau-cage protégeait l’équipage.

Lo sfortunato equipaggio Pinto e Harris percorrono la temibile PS Costarella su Lancia Fulvia prototipo prima del ritiro a pochi chilometri dal traguardo, erano saldamente al secondo posto in classifica
Lo sfortunato equipaggio Pinto e Harris percorrono la temibile PS Costarella su Lancia Fulvia prototipo prima del ritiro a pochi chilometri dal traguardo, erano saldamente al secondo posto in classifica

Cette Fulvia n’en est pas à sa 1ère course ; la voiture de Pinto a déjà couru l’année précédente au Tour de Corse avec Leo Cella et au Rallye des Cévennes. C’est en fait en Corse, que la voiture jumelle, conduite par Munari – Lombardini, a offert à la Squadra Corse Lancia Lancia sa 1ère grande victoire internationale, gagnant contre toute attente et sur un tracé mixte asphalte-terre devant un parterre des meilleurs pilotes français. Cette même voiture rencontrera sa fin, l’année suivante, à l’Ile d’Elbe : utilisée comme mulet elle sera détruite dans un incendie lors de l’accident de Paganelli.

Revenons au rallye : après 3 heures de course on comptait déjà 8 abandons ; et à la fin de la 1ère épreuve il ne restait que 17 équipages, dont 10 Fiat ; la Porsche de Terramazzo se retire à l’aube, après une longue bataille avec Pinto, sur problèmes de suspension ; problèmes que connurent nombre d’autres équipages ; d’autres encore, comme Panzironi sur Fulvia, sortirent de la route risquant bien plus que des dégâts matériels ;les sollicitations incessantes des mauvaises routes, ravinées, trouées mettaient aussi à mal la Fulvia de Pinto qui à la fin de la 1ère étape perd son parebrise pour cause de châssis vrillé. Les autos sont en tellement mauvais état qu’on ne cherche même plus à réparer et certains ne prennent plus le départ.

I vincitori del primo rally dell'Isola d'Elba: Arnaldo Cavallari e Dante Salvay su Lancia Fulvia HFR
I vincitori del primo rally dell’Isola d’Elba: Arnaldo Cavallari e Dante Salvay su Lancia Fulvia HFR

la Fulvia HFR N° 24 du Jolly Club de Cavallari & Salvay reçoit l’ensemble carbus-trompettes de la Fulvia de Filippi, désormais retirée. Durant la nuit, un orage a transformé les routes en fleuve de boue ; sympa, pour commencer la 2ème étape ! Elle démarre le vendredi à 22H pour se terminer le samedi à midi. Les temps sont supprimés et la pause de 8H entre les 2 étapes est quasiment annulée ; tous les équipages survivants repartent avec l’intention unique de juste finir ce rallye diabolique ; et donc, les temps de parcours s’allongent sensiblement, sans pour autant préserver d’autres équipages malheureux, certains à seulement quelques kilomètres de l’arrivée. Les trous profonds cachés par la gadoue, la boue qui empêche de revenir sur le droit chemin après une sortie de route ne laissent aucune chance aux infortunés.

La Fulvia allégée de Pinto subit une rupture du plancher et des montants de parebrise et il sort de la route, alors 2ème derrière Cavallari, sur le Monte Perone à 20km de l’arrivée, à cause de la boue ; la ‘compagnie du tour de force’ la remet sur la route mais il arrivera hors délai. Seulement 10 voitures rejoignent l’arrivée.

Cavallari et Salvay partaient comme favoris ; sans grande expérience, 1ère année en Lancia Fulvia puisque provenant de l’Alfa Romeo GTA où il avait gagné de nombreuses courses, ils remportèrent ce rallye en s’offrant 1’20’’ pour ne rien risquer. Une course de 40 heures, quasi ininterrompue, conduite intelligemment et gagnée avec mérite.

L'esordiente Amilcare Ballestrieri in coppia con l'amico Daniele Audetto ottengono un importante secondo posto in classifica che porterà l'ex campione di motociclismo alla Lancia
L’esordiente Amilcare Ballestrieri in coppia con l’amico Daniele Audetto ottengono un importante secondo posto in classifica che porterà l’ex campione di motociclismo alla Lancia

La révélation de ce rallye fut l’équipage Ballestrieri-Audetto sur R8 Gordini, pour leur 1ère course ensemble et la 1ère en rallye pour Ballestrieri 5 fois champion d’Italie à moto, 2èmes au général et 1er en classe Gr1. La 6ème place au général pour Manucci en costume –inhabituel- de pilote ; Munari étant encore convalescent, suite au grave accident à Skopje. Absence qui a décidé Mamma Lancia à observer et lancer Ballestrieri parmi ses pilotes officiels.

Classement officiel

1. Cavallari / Salvay – Lancia Fulvia HFR (1° gr.2)
2. Ballestrieri / Audetto – Renault R8 Gordini (1° gr.1)
3. Polli / Tampolli – Fiat 124 berlina
4. Ceccato / Briani – Fiat 124 Spider (1° gr.3)
5. Gray / Eisendle – Fiat 124 Spider
6. Mannucci / Scabini – Lancia Fulvia HF
7. Zaniratti / Bini – BMC Cooper 1.3
8. Gragnoli / Frangioni – Fiat 125 berlina
9. Gargini / Bianchi – Opel Kadett
10. Pupesci / Tramonti – Innocenti Mini 1.3

Pinto essaya à plusieurs reprises de gagner ce rallye de l’ Elbe, en vain ; malgré la désillusion de cette 1ère édition et l’insuccès des années suivantes, il se prit à aimer cette île et ces gens qui l’accueillirent si bien dès le départ…..et vint s’y installer définitivement.

Un ricordo di Lele Pinto per Lady Fulvia
Un ricordo di Lele Pinto per Lady Fulvia

A quasiment cinquante années de distance, relisant ce récit, Arnaldo Cavallari blagua en disant : «  Je me souviens seulement que j’étais ‘quasi’ tellement jeune à l’époque que je n’étais ‘quasi’ pas né » ; et me remercia ainsi : « Francesca, chère Francesca, merci infiniment pour ta sensibilité et ta capacité à raconter ces faits, surtout parce que tu n’étais pas encore née à cette époque ! Le ‘vecio’ mais toujours présent, t’embrasse chaleureusement ; Arnaldo ».

(Version en français grâce à mon ami Jean Claude Delatte)

ProgettoK ha realizzato il modellino della Fulvia vincitrice dell'Elba 1968 in scala 1/43. Questo esemplare è autografato da Cavallari.
ProgettoK ha realizzato il modellino della Fulvia vincitrice dell’Elba 1968 in scala 1/43. Questo esemplare è autografato da Cavallari.
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9 Risposte a “[:it]Elba 1968, l’inizio di un rally leggendario[:fr]Elba 1968, le début d’un rallye légendaire[:]”

  1. ho rifatto la strada della Costarella a Natale scorso, trovandomi quasi per caso a Marciana. Oggi la strada e asfaltata ma sempre ripida e stretta, cosparsa di curve cieche. Va percorsa con attenzione e impegno. Roba da rallysti tosti.

  2. Ciao Francesca, eccome mi piace leggere. Ma leggere la tua mi é sembrato di ascoltare una radiocronaca. Emozione al massimo Grandissima “”LADY FULVIA””

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